mercoledì 27 marzo 2013

Volevamo gli sterrati, villaggi e mercati delle tribù di montagna spersi tra le monti? Li abbiamo trovati tutti e in abbondanza. Subito dopo la partenza da Sapa la strada ci riservava sempre sorprese e le soste per svariati motivi erano sempre più frequenti. Come sempre, quasi ad ogni bivio era un 'impresa indovinare la strada giusta e anche le indicazioni dei locali non erano sempre attendibili perché loro partono dal presupposto di non dirti mai di no e perciò era sempre tutto legato alla buona sorte e al senso di orientamento che per fortuna a me non manca. I frequenti lavori in corso rendevano le strade già precarie dei veri percorsi da cross con centinaia di metri di pietraie dove sembrava impossibile non forare e rimanere in piedi era molto difficile anche perché le enormi ruspe e giganteschi camion non fermavano i lavori per aspettare il passaggio dei mezzi e allora gli sfiori millimetrici non si contavano e l'adrenalina era a mille. Raggiungiamo dopo molte ore  un mercato degli h'mong una delle maggioranze etniche più numerose del Vietnam del nord, immigrati dalla Cina e che vivono in alta quota coltivando riso, oppio e piante medicinali in terrazzamenti costruiti magicamente su ripidissimi pendii in mezzo a montagne verdissime. Passiamo ore ad ammirare i coloratissimi vestiti delle donne mangiando spiedini di carne di capra (forse) e frittelle di riso dal sapore indefinibile ma molto dolci. La macchina fotografica era surriscaldata da sequenze di foto e filmati che purtroppo non potranno rendere vero il fascino di tanto spettacolo ma sicuramente ci ricorderanno che vedevamo la Cina in lontananza e che tutto sembrava irreale. Ripartiamo seguendo la strada da Bac Ha a Ha Giang che la guida consigliava solo a fuoristrada robusti e/o a motociclisti molto esperti. Era tutto vero!!!!!!!!! i nostri scooter e le nostre braccia sono state sottoposte a sforzi grandiosi ma alla fine un po tremolanti riusciamo ad uscire da uno sterrato (60 km) da ricordare e la visione dell'asfalto anche se in condizioni pietose ci faceva saltare di gioia. Un Bip Bip Bip insistente da parte della Manu mi comunica che la sua ruota posteriore era quasi sgonfia e con la solita fortuna dopo pochi km troviamo una delle onnipresenti "officine" dove in una ventina di minuti risolviamo il problema e continuiamo il viaggio su una strada super panoramica che corre sul fianco di vallate con panorami mozzafiato. Da Cao Bang a nord ovest decidiamo come al solito di farci del male e con 12 ore di moto e più di 300 km percorsi raggiungiamo in giornata la città di Halong city. Una menzione speciale merita la città di Cam Pha 30 km prima di Halon city. La vicine miniere di carbone rendono questa città spettrale, tutto è ricoperto da una polvere nera le strade hanno uno strato di fango nero e una cappa grigia copre tutto come in un inferno senza fuoco. Io credo di non aver mai visto una cosa del genere perché pochi km prima tutto era verde e colorato poi all'improvviso il buio. I nostri corpi e i nostri scooter avevano cambiato colore tanto da dover lavare tutti i vestiti scarpe comprese, ma la cosa più assurda era che la gente viveva come niente fosse pranzando a bordo strada giocando a pallore e addirittura facendo ginnastica nei parchi completamente grigi dalla polvere. Consiglio a qualche documentarista di dedicare uno special a questa città perché è giusto che la gente sappia che esistono anche questa realtà nel bellissimo Vietnam. Una bella cenetta di pesce e una birra gelata ci ritempra e il giorno raggiungiamo a 20 km dalla città l'imbarco del traghetto per l'isola di Cat Ba, traghetto che doveva partire alle 11.30 ma causa pochi passeggeri a alla partenza l'orario veniva spostato alle 15.00, siamo in Vietnam e anche questi contrattempi fanno parte dell'avventura. L'attesa però ci riserva una bella sorpresa perché conosciamo un australiano simpaticissimo che viaggia in moto da solo e che ci racconta della sua disavventura del giorno prima quando, senza accorgersene perde la borsa che pensava di aver fissato molto bene contenente 2000 dollari il passaporto telefonino, pc, vestiti e altri averi. Per fortuna aveva una carta di credito nel portafoglio e sopratutto uno spirito vincente perciò con l'aiuto della polizia risolveva in parte i suoi problemi contattando l'ambasciata e altri uffici.  Con il lento e sgangherato traghetto navighiamo attorniati da una moltitudine di  picchi di isole calcaree, (circa due ore) che ci fanno rimanere senza parole per tutto il tragitto. Per la Manu è forse il posto di mare che le ha provocato più emozione di sempre.Trascorriamo con l'a




































mico australiano 3  giorni, parlando solo in inglese rendendoci conto di averlo migliorato notevolmente. Paul questo il suo nome ci ha invitato a trovarlo quando andremo in Australia promettendoci anche di trovarci un lavoro in modo tale di guadagnare dei soldi che poi sperderemo per visitare il grande continente. L'isola di Cat Ba è davvero magica e ci affascina con le sue baie e le montagne calcaree che spuntano dal mare tutto intorno ad essa. La vista dal terrazzo della nostra camera posta al  settimo piano di  un nuovo albergo è stupefacente a dir poco, possiamo seguire la vita nella  baia che fin dalle prime ore del mattino è frenetica con un via vai di barche e di colorati pescherecci che riforniscono di pesce freschissimo il mercato dove noi ceniamo a base di Cannoccie polpi e granchi ecc.ecc. Domani giornata da turisti con un bel giro in barca e Kayak in una delle baie più belle (Lang Ha) con partenza alle 8 e ritorno alle 17, speriamo che il mare sia calmo perché la Manu viene da una nottata non proprio tranquilla causa problemi di stomaco forse causati dall'anguria affogata nella vodka che ci siamo divorati con il nostro amico australiano. Come dicevo nel post precedente la nostra vacanza vietnamita si avvia alla conclusione, passerò il mio compleanno (il 29) ad Hanoi per volare dopo 3 giorni nelle Filippine. Per le nostre conclusioni aspetteremo l'ultimo giorno e intanto ciao a tutti

lunedì 18 marzo 2013































Si va a nord!!!!!! La zona nord occidentale è la regione più montagnosa e spettacolare del paese con valli e tribù di montagna. La strada n.6 si presenta in buone condizioni e così i km passano velocemente tra risaie e estese coltivazioni di canna da zucchero dalle quali noi nelle nostre frequenti soste raccogliamo le canne più  succose caricandoci così di zuccheri per poi ripartire a tutta velocità( max 50km ora).  Arriviamo a Mai Chau dove dormiamo nel villaggio di Lac costruito su palafitte in mezzo alle risaie. I thai bianchi che li abitano sono molto gentili e cordiali, il proprietario della nostra palafitta alla sera ci ha preparato la più buona e abbondante cena a base di carne del nostro viaggio in Vietnam. Deliziati da tanto ottimo cibo durante la passeggiata notturna  abbiamo partecipato  ad una festa all'aperto di ragazzi universitari con i quali abbiamo ballato intorno al fuoco bevendo birra (calda). Percorrendo sempre la n.6 il giorno dopo decidiamo di fermarci a Son La, cittadina senza pretese ma il viaggio è stato piacevole con soste ai mercati tipici e frequentati da etnie minori come i Thai neri, Meo e Muong dai coloratissimi abiti e dalle pettinature strane come le donne con i capelli arrotolati sopra la testa che indossando il casco diventavano un po' ridicole. La zona montagnosa ricca di bestiame al pascolo, molto anche in mezzo alle strade, ci ha dato la possibilità di assaggiare ottimo yogurt venduto ai bordi delle strade su bicchieri di vetro, da provare se non avete paura di malattie varie. La Manu su invito ha anche partecipato insieme a donne locali a piantare il riso diventando per un po' una vera mondina vietnamita . Alla sera in una località in mezzo ai monti pernottiamo in un mega albergo (eravamo gli unici ospiti) e unici clienti del ristorante ma tutti erano super gentili compresi i cuochi. Il giorno seguente fortunatamente decidiamo di non andare a Dien Bien Phu ma di proseguire seguendo la n.6 che dopo 70 km di strada  simil europea al bivio di Tuan Giao  diventa praticamente un sentiero sterrato con qualche accenno di asfalto distrutto qua e la. Quasi 100 km di "strada" paradisiaca percorsa tutta a 20/30 km orari con molti tratti da farsi in prima marcia su pietraie a rischio foratura con guadi e gimcane tra mandrie di bufali e capre sempre presenti nei posti più impervi. La Manu ormai padrona del proprio mezzo proseguiva sicura e fiera rendendosi conto che più la strada è difficile e più grande è la soddisfazione ad ogni km percorso. D'altrocanto le vallate e gli scenari erano veramente stupefacenti e selvaggi e in 100km cambiavano più volte lasciandoci sempre a bocca aperta. Ovviamente eravamo gli unici stranieri e ad ogni sosta era una festa. Sporchi impolverati e infangati arriviamo con schiena e braccia distrutte verso le 17.30 a Lai Chau (Muong Lay). Conosciamo una coppia di italiani arrivati poche ore prima in pullman dal Laos con i quali ceniamo e ci scambiamo informazioni. Stanchissimi andiamo a letto ma alle 5 del mattino veniamo svegliati all'improvviso da un altoparlante posizionato su un traliccio proprio di fronte all'hotel che a tutto volume faceva propaganda comunista e scandiva il tempo per la ginnastica mattutina che molti ospiti praticavano in pigiama nei corridoi dell'hotel. Avrei voluto fare una strage ma ormai svegli abbiamo fatto colazione e alle 6.30 eravamo pronti per partire direzione Sapa. La strada per Sapa  che sulla cartina era indicata come una statale non ci diceva però che dopo pochi km causa lavori in corso diventava un percorso di guerra con soste causate dai lavori che potevano variare da 30 min. ad un ora tra polvere e fango. Così in 3 ore avevamo percorso poca strada e eravamo bianchi di polvere e fango dalla testa ai piedi ma fortunatamente e magicamente tutto questo finiva all'entrata della città di Tam Duong che ci accoglieva con una strada a 8 corsie degna di Los Angeles e con palazzi stile comunista  tanto giganteschi quanto brutti. Per raggiungere Sapa attraversiamo la catena montuosa del Fansipan con il suo passo posto a 1900 metri (il più alto del Vietnam) percorrendo una strada panoramica a tratti coperta dalla nebbia e battuta da forti venti. Finalmente a Sapa, la cittadina è molto graziosa con un piccolo lago e un centro animato da turisti in maggior parte asiatici. La zona frequentata dai turisti occidentali è ricca di bei locali e alberghi di ogni categoria, noi alloggiamo nella zona vietnamita in bel albergo con tutti i confort che si chiama Luna di Miele dove nessuno parla inglese e  solo chiedere i passaporti diventa un'impresa. Il posto ci piace molto così decidiamo di fermarci quattro giorni compiendo bei trekking lungo le vallate e visitando villaggi spersi tra le montagne. Anche passeggiare tra le vie di Sapa è una bella esperienza incontrando gente di etnie diverse che vendono mercanzie di ogni genere sempre portando con se i propri bambini anche di tenerissima età. Domani proseguiremo verso il confine cinese seguendo delle strade sterrate (tempo permettendo) fino a raggiungere dei villaggi spersi se riusciremo ad avere i permessi dalla polizia che in certi periodi è riluttante a far passare gli stranieri e poi ....... Abbiamo già acquistato i biglietti per le Filippine e così il 3 aprile voleremo da Hanoi a Manila !!!!!!!!! E l'avventura continua.