lunedì 25 agosto 2014

KAZA, TABO NELLA SPITI VALLEY E ARRIVO A LEH, (SECONDA PARTE)

PERICOLO FRANE !!!!!!!!


Da Losar direzione Kaza la strada per una decina di km è asfaltata perciò mi rilasso e guido in scioltezza poi tutto torna "normale" sterratone con buche e sassi ,ma sono bello riposato perciò si arriva a Kaza in poco più di 3 ore (60 km). Il bel villaggio si trova adagiato sul fianco di una montagna l'atmosfera è calda e i suoi abitanti sono cordiali e curiosi, qui i viaggiatori non sono molti ma sono di qualità. Fare benzina è un problema perchè manca la corrente elettrica praticamente sempre e quando aspirano la benzina con la pompa a mano succhiano  anche acqua perciò devo fare benzina su una tanica aspettare che l'eventuale acqua si depositi sul fondo e poi son un tubicino travasare il prezioso liquido scartando l'ultima parte, un lavoro lunghissimo se si pensa che io ho una tanica da 5 litri e il serbatoio ne contiene 15 più 5 litri di scorta. Il giorno dopo alle 9 del mattino siamo gia' al monastero di Ki Gompa arroccato sulla sommità di un altura di forma conica a 4116 msl che raggiungiamo correndo su una bella e panoramica strada asfaltata come tutte quelle che portano ai monasteri più importanti, assistiamo ai preparativi per la Ki Chaam Festival  essendo quasi i primi ad arrivare, conosciamo dei turisti italiani tra i pochi presenti e con loro assistiamo alle danze dei monaci con il volto coperto da maschere e con costumi coloratissimi e di pregiata fattura. Mangiamo tutti insieme nel monastero i buonissimi Momo (fagottini di verdure e/o carne cotti al vapore) bevendo birra e socializzando con i presenti. Bella e affascinante è stata anche la visita a Kibber, 8 km tutti in salita con le sue case tradizionali inbiancate a calce una volta punto importante di sosta per le carovane lungo la via del sale.
MONASTERO DI KI









Ancora con i caledoscopici colori della festa davanti agli occhi lasciamo Kaza per arrivare alla confluenza tra i fiumi Spiti e Pin che ora con le loro acque fangose formano un unico nastro di color grigio che attraversa queste aride terre senza vegetazione. In una conca nascosta sopra la confluenza è arroccato il minuscolo villaggio di Dhankar che fù capitale del re di Nono che regnò nello Spiti, il suo monastero costruito dodici secoli fa è incastonato tra pinnacoli di roccia erosi dagli agenti atmosferici  e basta una sola occhiata per capire perchè nel 2006 questo monastero sia stato inserito nella lista tra i 100 monumenti più a rischio del mondo.
DHANKAR MONASTERY

Si, viaggiare........

I MIEI DUE TESORI

AMMIRARE E RIMANERE SENZA PAROLE
Attraversando poi il villaggio di Sichiling si arriva a Tabo che è la seconda cittadina della Spiti Valley e che vanta una spettacolare posizione, a nord di esso si trovano svariate grotte situate in pendii ripidissimi che i monaci una volta usavano come celle di meditazione. Il suo centro abitato è dominato dal Tabo Gompa un monastero inserito dall'UNESCO nella lista dei siti patrimonio dell'umanità, al suo interno si possono ammirare alcuni dei più pregevoli capolavori dell'arte indo-tibetana del mondo  risalenti al 996 d.c. Dormiamo qui due notti anche perchè la strada per il ritorno era interrotta da una serie di frane che per poco non travolgevano due motociclisti francesi che ancora terrorizzati per aver visto la morte da vicino ci raccontavano la loro disavventura, qui passiamo del tempo in compagnia di  Lorella una signora di Vittorio Veneto che viaggia da sola e che è innamorata dell'india e dei suoi abitanti a lei va tutta la nostra stima perchè brava, colta e coraggiosa.
TABO



Da Tabo percorriamo a ritroso la Spiti valley fermandoci a Kaza e a Battan da dove partiamo all'alba per evitare di trovare il livello altissimo dell'acqua nei guadi come all'andata, scelta perfetta perchè tutto è filato liscio e senza inconvenienti, poco prima dell'arrivo a Keylong però incappiamo nella seconda caduta del viaggio, in un tornante a dx quasi da fermi la moto scivola e la Manu rimane con un piede schiacciato sotto la moto mentre io rimedio una bella botta al gomito, niente di rotto ma la mia mogliettina non riuscirà a camminare per molti giorni.Ora da Keylong ci aspetta la grande avventura per arrivare a Leh, quasi 400 km di strada sterrata tra strette vallate, due valichi oltre i 5000 msl,  canyon e grandi vallate desertiche. Ci riposiamo due notti anche per aspettare che il piede della Manu migliori, facciamo scorta di benzina(10 litri) e alle sei del mattino siamo in sella. In effetti la strada offre panorami quasi surreali, a volte ci fermiamo solo per poter comprendere veramente dove stiamo correndo in moto, sembra tutto quasi simile ma è sempre tutto diverso facciamo fatica a realizzare il tutto ma poi visto anche la bassissima velocità con la quale viaggiamo veniamo inglobati dalla natura che ci circonda e ci sentiamo trasportati come su un tappeto volante anche se le buche ci fanno tornare con i piedi a terra ma sempre continuando a sognare.


Il programma prevedeva di fermarci per la notte a Sarciu, primo perchè non si trova molto alto e secondo perchè avevamo appuntamento con i francesi che avevamo conosciuto a Tabo ma visto che erano solo le 13 e su consiglio di un ragazzo indiano che viaggiava in moto da solo decidiamo di percorrere ancora settanta km per arrivare a Pang che però si trovava dopo il passo di Lachung La(5060 msl) e molto alto di quota (4450 msl) per poter dormire senza un adeguato acclimatamento, noi però avevamo il Diamox un medicinale che serve ad aumentare i globuli rossi nel sangue e di conseguenza l'ossigeno(scusate se forse ho scritto una cazzata ma non sono un medico) il Diamox ci era stato portato dalla Daniela e Tiziano quando ci siamo incontrati a Dheli e devo dire che è stata la nostra salvezza. La nostra location a Pang era una tenda comune con una decina di materassi a terra e tante coperte ma purtroppo i nostri compagni di tenda tutti indiani ,non avevano preso in Diamox e così per tutta la notte si sono alternati di corsa e senza fiato alla tenda dei militari che offriva ossigeno a chi si sentiva male, una nottata di merda,non abbiamo chiuso occhio neanche un minuto e sapendo che il giorno dopo mi aspettavano ancora molti km e un passo a 5360 msl continuavo a mandare a fanc.... tutto e tutti.
LA NOSTRA TENDA A PANG

Ripartiamo il mattino dopo più stanchi di quando ci eravamo fermati ma subito lo spettacolo che potevamo ammirare ci ritemprava e guidare in luoghi così belli e unici mi dava tanta carica ed energia che avrei potuto andare avanti sempre,forse a qualcuno sembrerà esagerato quello che scrivo ebbene a loro dico venite qui, viaggiate qui, (in moto se ce la fate) e poi mi direte la vostra impressione.
ORA CI MANCA SOLO IL PIU' ALTO




L'ultima parte della vallata prima di arrivare a Upshi è stata  assurda, le montagne e dico montagne, erano rosse e viola con le rocce che al loro interno quando si spaccavano erano verde acqua marina e rosa, abbinamenti cromatici da film di fantascienza ma vi garantisco di straordinario effetto, alla fine dei due giorni abbiamo scattato 1243 foto che diverranno 250 circa ma sarebbero state tutte o quasi da incorniciare. Da Upshi a Leh viaggiamo quasi in trans emotiva senza parlare con dentro di noi tanta e tanta gioia per essere riusciti ad arrivare fino a qui sani e salvi con la nostra mitica e gloriosa Royal Enfield che senza perdere un colpo ci ha fatto volare e saltare in un paradiso chiamato Ladak.
I COLORI CHE NONTI ASPETTI


VIAGGIARE D'ALTRI TEMPI

AL MINIMO ERRORE.........

NORMALITA'?

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