martedì 9 febbraio 2016

AVVENTURE E DISAVVENTURE PER COMPERARE UNA MOTO IN ARGENTINA E URUGUAY

 La nostra prima esperienza nel mega bus argentino è positiva. Partiamo alle 15 con una bella giornata,viaggiamo come in bussines class con le poltrone che diventano un  letto vero e proprio, ci servono la cena calda con vino e caffè. I lunghi rettilinei ci fanno volare le ore, il paesaggio non è molto variegato ma interessante. Dormiamo bene e alle 9 del mattino arriviamo a Buenos Aires riposati e pronti per tuffarci nella nuova avventura. Siamo ospitati a casa di Manuel, fratello di Vanessa  conosciuta in Laos tre anni fa e che  ora vive in Uruguay.
IL GATTO ARGENTINO DI MANUEL MI DA IL BENVENUTO
Veniamo trattati benissimo e la nostra cameretta è piccola ma accogliente. Dopo averci scolato un po' di birre gelate Manuel ci da molte info utili per cominciare a fare i documenti che ci serviranno ad acquistare la moto. Prendiamo subito confidenza con la bella capitale argentina che giriamo in bus e a piedi, qui tutte le distanze si misurano in quadras che sono circa 100 metri e che dividono la citta a mo' di scacchiera.
In 3/4 giorni sono già in possesso del domicilio  argentino e del numero del codice fiscale, sono felice ma i problemi cominciano ora !!!!!!!
IL MIO CODICE FISCALE ARGENTINO
Nel girovagare per la città visitiamo musei, navi storiche e la famosa casa Rosada ammiriamo i ballerini di tango esibirsi nelle milonghe e nelle piazze, molto colorato e caratteristico è il quartiere di Boca.
LA BELLA CASA ROSADA


EVITA PERON

TANGO NELLA MILONGA

NAVE MUSEO

I COLORI DI BOCA


MARADONA IDOLO NAZIONALE

Giriamo di ufficio in ufficio, dalla motorizzazione all'immigrazione e viceversa, poi dai concessionari di moto, poi dalla polizia ecc. ecc. I giorni passano e tutto è sempre più ingarbugliato del giorno prima, i vari responsabili di uffici ci dicono il contrario di tutto, uno smentisce l'altro e così dopo 12 giorni di tentativi andati a vuoto decidiamo di rinunciare, anche i nostri amici che ci hanno aiutato moltissimo non capiscono più niente e delusi come noi ci dicono di desistere. Io sono incazzatissimo mi bastava che qualcuno mi dicesse se si poteva fare o no !!!!! " Così prediamo la decisione di andare in Uruguay a trovare la Vanessa e Nicolas per rilassarci ed eventualmente per vedere se in quel paese è possibile comperare una moto. Con un traghetto veloce in 90 minuti sbarchiamo a Colonia in Uruguay, questa ridente cittadina coloniale patrimonio dell'Unesco ci fa staccare dal caos di Buenos Aires e da tutti i problemi, Nicolas ci accoglie a braccia aperte e dopo una passeggiata e uno spuntino ci trasferiamo in macchina a Nova Helvetia un paese dove tutto ci ricorda la Svizzera perchè è come essere in Svizzera, i nomi delle strade sono tipo Hanz Vermuller, Franz Zuegghen ecc.

ANGOLO CARATTERISTICO DI COLONIA
IL GRANDE AMICO NICOLAS



SVIZZERA? NO URUGUAY
Una amica di Nicolas ci offre il suo appartamento e noi siamo sempre più sorpresi dalla grande ospitalità e generosità della gente che conosciamo. Dopo una bella grigliata innaffiata da buon vino e birra cominciamo a prendere info sulle possibilità che qui si possa comperare una moto, tutti ci dicono che non ci sono problemi e i miei occhi cominciano a brillare di una luce multicolore, forse ce la possiamo fare !!!!!! Da un concessionario in paese troviamo la moto che fa per noi o meglio per le nostre tasche è una 125 cinese ma sembra forte e ben costruita, gli amici uruguagi prendono info per noi alla frontiera con l'Argentina conoscendo un capo della dogana che garantisce che non avremo problemi se la moto è intestata al sottoscritto e così, tutto il processo prende piede. Mi faccio anche qui il domicilio, il numero fiscale e l'assicurazione valida per tutto il sud America. Ora è tutto pronto, andiamo a comperare la moto che paghiamo 1200 dollari, trovo un fabbro che mi costruisce i porta borse, cambio il pneumatico posteriore con uno da enduro molto più performante dell'originale e così partiamo per un bel giro in Uruguay che ci farà compiere i mille km per fare poi il primo tagliando.
LA MIA BELLA MOTO !!!!!!!
Il paesaggio in Uruguay è bello ma un po' monotono un susseguirsi di colline coltivate con molte mucche e cavalli al pascolo allietano i nostri km con la nuova moto. La potenza non è certo il suo forte ma viaggiamo a 60 /70 km all'ora senza problemi  riuscendo a fare quasi 50 km con un litro. Seguiamo sempre la costa oceanica facendo tappa a Montevideo dove trascorriamo un po' di tempo con Vanessa che lavora qui come assistente sociale

LA FAMOSA MANO DI PUNTA DELL'EST
poi proseguiamo verso nord dove per la prima volta facciamo l'incontro con un leone marino che sonnecchia tranquillo sul molo di un colorato porto.
LEONE E LEONESSA
Le giornate sono soleggiate e calde, dormiamo in tenda facendo campeggio libero anche perchè l'Uruguay è tranquillo e sicuro, forse il paese più sicuro del sud America. Dopo quattro giorni di viaggio arriviamo a Capo Polonio che è un parco nazionale sul mare, ci si arriva solo con un camion 4x4 attraversando dune di sabbia e correndo poi su una spiaggia. Qui sembra di essere fuori dal mondo, il villaggio è costituito da poche case in legno senza energia elettrica è un sito incredibile e forse per questo ospita una delle colonie di elefanti marini più grande del sud America. Le rocce prospicenti  al faro sono  letteralmente ricoperte dai rumorosi mammiferi che passano il tempo ad azzuffarsi tra loro e a dormire beatamente sdraiati al sole. Siamo felicissimi di essere qui e la Manu scatta foto e poi fugge "veloce" per paura di essere aggredita dai possenti animali.
LE ACOMODATION A CABO POLONIO








Seduti su una roccia mentre mangiamo un panino con il tonno cominciamo ad immaginare come sarà bello andare in Patagonia e in Cile con la nostra moto e realizzare un'altro sogno nel sogno che aspettiamo e prepariamo da più di un anno. Nei giorni successivi ci fermiamo a Punta del Diablo altro bel sito dove fare il bagno e visitare il bel parco, qui incontriamo una famiglia italiana che ha un ristorante e che prepara gli gnocchi e le lasagne come  le faceva la nostra nonna, una delizia !!!!!!!!!!!
LA BELLA SPIAGGIA DI PUNTA DEL DIABLO


SIAMO 3 MESI IN RITARDO 


LA BELLA FAMIGLIA PADOVANA
  Inpieghiamo 8 giorni a percorrere i mille km e così facciamo ritorno da Nicolas e Vanessa e la bella figlia Francesca giusto in tempo per partecipare alla festa della birra in stile svizzero con tanto di balli tradizionali formaggi vari e birra a volontà.
BIRRA E FORMAGGIO
Nicolas è proprio super gentile ci dedica molto tempo e noi lo "aiutiamo" a gestire la sua agenzia di viaggi che si chiama Mediterranea perchè qui essere italiani ha i suoi vantaggi,
LA MANU AL LAVORO
tutti hanno più o meno ascendenti dal bel paese come per esempio Tiziano che vive qui da 30 anni e che essendo originario da Vicenza con noi poteva parlare in dialetto, era tanto felice che gli si arrossavano gli occhi dall'emozione, ci ha offerto una cena a base di formaggi e affettati che non scorderemo di sicuro !!!!!!! Ok dopo grandi mangiate e bevute che certo non ci aiutano a smaltire i chili che abbiamo preso nei due mesi passati in Italia è giunto il momento dei saluti perchè finalmente partiamo per l'Argentina e........Da quando siamo partiti da Venezia abbiamo ricevuto tanto affetto e aiuto da moltissime persone, a tutti voi rivolgiamo i nostri più sinceri ed affettuosi ringraziamenti perchè le foto e molto altro si possono anche dimenticare ma i vostri sorrisi e i vostri abbracci no!!!!!!!! Solo 200 km ci separano dalla frontiera Argentina che raggiungiamo di buonora,
IL SORRISO PRIMA DELLA DELUSIONE
passiamo il controllo immigrazione che ci timbra i passaporti e poi al controllo della dogana succede l'impensabile, il doganiere ci chiede il documento uruguagio e io gli rispondo che siamo turisti italiani e che abbiamo solo il passaporto, lui ci dice che se non abbiamo un documento di residenza in Uruguay non ci fa passare, li per li rimango impietrito, con calma gli faccio presente che la moto è a nome mio e che un funzionario della dogana ci aveva garantito che potevamo passare, lui con un sorriso appena accennato mi dice che è impossibile che qualcuno ci abbia dato questa informazione perchè non c'è ombra di dubbio, senza documento dell'Uruguay non si può passare nessuna frontiera, possiamo circolare nel paese ma non uscirne. Rimaniamo senza parole, anzi io le parole le avevo ma non posso sicuramente scriverle come potete immaginare. La situazione era tragicomica e comunque non potevamo fare niente, poi il funzionario ci dice che se volevamo potevamo farci portare la moto in Argentina da qualcuno di nostra conoscenza però poi lì saremo stati illegali e senza copertura assicurativa, io l'ho ringraziato e mandato a fare in culo nello stesso tempo per l' informazione assurda che mi aveva dato. Ora il problema era annullare i timbri di uscita dal paese che già erano stati apposti sul passaporto perciò lunga attesa in ufficio dal commissario che ci guardava come fossimo dei deficenti arrivati da Marte. Premendo il pulsante dell'accensione per far ritorno da dove eravamo arrivati mi veniva da piangere ma poi il mio sguardo si è incrociato con quello della Manu e siamo scoppiati a ridere dicendoci che i problemi veri sono altri e che sicuramente avremo combinato qualcosa di buono lo stesso. Ritornati a Nuova Helvecia tra lo stupore dei nostri amici che avevamo salutato al mattino e per "fortuna"che il concessionario ci ha ricomperato la moto che aveva solo 15 giorni di vita decurtandoci però 500 dollari perchè a suo dire doveva pagare l'IVA. Ora il problema era decidere cosa fare, avevamo due opzioni,visitare l'Argentina e continuare il viaggio con i bus e altri mezzi come fanno tutti o tornare in Brasile per poi  in Febbraio andare in Costa Rica dove avremo trovato ad attendarci  Paolo e la Giulia i nostri amici da Venezia. Abbiamo pensato e riflettuto molto, la passione di viaggiare liberi in moto non si cancella e' più forte di noi, rimandiamo il tutto a data da destinarsi, se potremo compereremo una moto in Italia la spediremo a Montevideo e così non avremo vincoli e proibizioni per poter visitare queste terre meravigliose. Salutati tutti per l'ennesima volta facciamo ritorno a Buenos Aires dove avevamo lasciato parte dei bagagli, nella stessa giornata prendiamo l'ultimo bus che ci avrebbe riportato alle cascate di Iguazzù da dove eravamo arrivati. Dopo 20 ore di bus scendiamo distrutti pernottiamo nello stesso hotel di  20 giorni prima e la mattina seguente prendiamo un'altro bus che però era solo con le poltrone in parte reclinabili e senza servizio a bordo per arrivare a Rio de Janeiro dopo 26 ore. Una tortura vera e propria io stavo quasi impazzendo dentro quel cazzo di bus, non arrivavamo mai c'erano bambini che piangevano, gente che russava in più il corridoio era allagato e il bagno era senza acqua, non ditemi  che viaggiare in bus è una bella esperienza perché …..  Mai più in vita mia farò un viaggio del genere, tutto questo mi aveva reso nervoso e incazzato con il mondo io volevo tornare in Asia con il primo volo da Rio poi la Manu mi ha fatto ragionare e vi garantisco che non è una cosa facile, perciò mi sono tranquilizzato e abbiamo preparato un piano di riserva. Il nostro amico Sandro a Rio che era a conoscenza delle nostre "disavventure" ci  assicurava che ci avrebbe prestato uno scooter per poter girare come volevamo noi in Brasile perciò grazie a lui tutto era risolto. Ora il nostro piano era quello passare Natale e capodanno a Rio, prendere lo scooter e girare un po' per poi far ritorno per il carnevale, prenotare un biglietto per la Costa Rica e poi…....