martedì 20 novembre 2012









Dopo la bellissima giornata scendendo il fiume Nam Ou in kayak per quasi quattro ore lasciamo Long Khiav che merita sicuramente una tappa di più giorni. Molta è la  polvere che la tartaruga solleva viaggiando sempre sulla 1/C, la cartina stradale mi indica che i km per raggiungere Vieng Thong saranno 119 ma in realtà alle ore 14 il mio parziale ne segna 170. La strada tutta in montagna si snoda tortuosa tra bellissime montagne e  verdi vallate. quando raggiungiamo le quote più alte entriamo in mezzo alle nuvole e il "freddo" si fa sentire poi si scende e il sole ci riscalda. Le soste sono frequenti e gli apprezzamenti sul Laos si sprecano. Le buche sono sempre un incubo, non posso fare una curva cieca con tranquillità perché all'improvviso posso trovarmi di fronte qualsiasi cosa o animale ma tutto questo mi carica di adrenalina e in effetti godo come un tricheco in amore. Non posso farci niente, più è difficile e più io mi diverto. In uno dei tanti villaggi che troviamo sul percorso ad ogni nostra sosta è una festa la Manu come al solito elargisce caramelle a grandi e piccini mentre io entro in una scuola e con stupore vedo in una classe un unico insegnante che si divide tra una lezione ai più gradicelli che sono rivolti da una parte della stanza con la propria lavagna e quelli più piccoli che danno le spalle ai grandi con un'altra lavagna ma tutto nella stessa stanza.  Decidiamo di fermarci a Vieng Thong( la tartaruga dorme dentro l'albergo) dove seduti in strada vediamo camion carichi di sacchi riso fino all'inverosimile, uomini che girano armati di fucile e bambini che giocano con le bilie di vetro, praticamente un documentario di Super quark in diretta. Al mattino seguente una fitta nebbia rallenta per una trentina di km la nostra marcia ma arriviamo all'incrocio con la strada n.6 che ci porterà fino a Phonsavan giusto per assaporare degli spiedini di carne che la Manu  dimentica di chiederne l'identità cosa da fare sempre visto che qui in Laos mangiano anche  cani e i ratti. I nostri dubbi sono rimasti tali visto che la carne era buona abbiamo deciso di non indagare più a fondo. Ogni villaggio che attraversiamo ci offre lo spettacolo macabro di enormi bombe che fanno da sostegno a case in legno o sono esposte ai lati dei mercati e negozi.  Phonsavan è situata nel mezzo di una grande piana dove a pochi km dalla città si trovano centinaia di misteriose giare in pietra risalenti a 2000 anni fa, la più grande di esse pesa 6 tonnellate. Abbiamo visitato il sito molto presto al mattino e seguendo un percorso delimitato e sminato dal quale e severamente vietato uscire ci siamo goduti anche questa meraviglia alla quale nessuno fino ad ora è riuscito a dare una spiegazione plausibile sul loro uso e sulla loro costruzione visto che la pietra dove sono state scavate non esiste in queste zone. Gli enormi crateri delle bombe si trovano dappertutto e certo non è un bel vedere. Nelle risaie tutto intorno i contadini lavorano sempre con il pericolo di saltare in aria e vederne molti con arti artificiali girare nei villaggi ci provoca sgomento e sfiducia nell'uomo nel suo complesso visto che le bombe a grappolo sono ancora oggi usate in molte guerre. Ci sono volute ore e molta pazienza per ricevere informazioni sulla strada che dovremmo percorre domani visto che poche persone parlano inglese e le altre a qualsiasi domanda per gentilezza rispondono sempre di si. La Route 10/3098 che dovrebbe congiungere Phonsavan passando per Mueang Khoun (30 km a sud) ed arrivare a Paksan (250 km circa) nessuno sa con esattezza se sarà percorribile ma sicuramente sappiamo che un ponte importante deve essere ancora costruito perciò o riuscirò a guadare il torrente o dovrò caricare la moto su un "ferry"così viene chiamato qui e trasbordare la moto e i bagagli. Comunque fino a quando non saremo li non lo sapremo perciò inutile preoccuparsi, pensiamo positivo e avanti sempre!!!!

Nessun commento:

Posta un commento