domenica 25 novembre 2012









La tanto temuta route 10/3098 alla fine si è rilevata più "facile" del previsto se non contiamo una mega frana sulla strada molti km di sterrato fangoso e l'attraversamento da brivido del ponte, che era quasi ultimato, su una passerella dalla quale se cadevo ora sarei tutto incerottato. P ernottiamo a Paxan decidendo il giorno dopo di raggiungere Ban Na Him per poter visitare delle grotte. Come al solito partiamo presto al mattino (ore 6.30 già in moto) tutto bene per una cinquantina di km, poi la moto comincia ad ondeggiare paurosamente, no!!!!! abbiamo forato la ruota posteriore. Nel nulla sotto un sole che già scaldava smonto tutto e un signore rilevatosi poi un poliziotto con lo scooter mi accompagna da un gommista, mi aspetta e poi mi riporta indietro. Che culo!!!!! si riparte e la strada comincia a salire  e delle spettacolari montagne sembrano venirci incontro  quando cominciamo a goderci lo spettacolo uno scoppio e la ruota posteriore è andata di nuovo. Ora siamo in mezzo alla foresta tra due tornanti e........ le imprecazioni si sprecano ma non mi resta altro che smontare ancora la ruota e aspettare. dopo cinque minuti si ferma un ragazzino a torso nudo su di uno" scooter"disponibile ad accompagnarci da un "gommista". Non volendo lasciare la mia amata mogliettina da sola , non posso che lasciarla salire sullo scooter con la ruota sperando che tutto fili liscio. Avrò fatto bene? Due ore ad aspettare sul ciglio della strada con nuvole di moscerini che mi attaccavano e  pensieri belli e brutti che scorrevano veloci nella mia mente. Poi la vedo arrivare sorridente con la gomma aggiustata ma con la brutta notizia che la camera d'aria sembrava irreparabilmente distrutta, perciò non si sapeva quanto potesse tenere. Solo otto km e poi tutto è come prima. fortuna vuole che ci fermiamo vicino ad una Guesthouse perciò prendiamo una schifosa camera con i letti distrutti ma perlomeno abbiamo un tetto. Facciamo conoscenza con due giovani francesi che come noi viaggiano in moto, un 125 due tempi di fabbricazione vietnamita che a vederla sembrava pronta da portare allo sfasciacarrozze. Gentilissimi il giorno dopo ci prestano il residuato con il quale dopo 50 km di montagna raggiungiamo Lax Sao con la ruota smontata per la terza volta in un giorno nella speranza di trovare una camera d'aria nuova. Missione impossibile e allora un gommista di camion decide di rimuovere tutte le vecchie pezze mettendone di nuove. Due ore di lavoro per 3 euro e ritorniamo felici alla base. Riuscirà a sopportare il peso e tutte le buche delle strade del Laos? Rimonto il tutto, pranziamo e beviamo  tanta birra in ottima compagnia di Max e Jolanda i fantastici francesi e poi si parte per la visita alle grotte. Dopo i primi 2/3 km scendo a controllare la gomma e......... tiene perfettamente, gioia,felicità, contentezza !!!!!!!!! La strada scorre in una vallata che definire incantevole è riduttivo e ciliegina sulla torta incontriamo per la seconda volta il francese che con la Yamaha 1200 super tenerè sta viaggiando da due anni. Birra racconti di viaggio e alla fine troviamo le grotte chiuse. Ma chi se ne frega!!!!!!!! La giornata resta comunque memorabile. A cena i discorsi con i nostri amici francesi spaziano dalla politica alle esperienze vissute, la Manu magicamente da una settimana parla in inglese con molta sicurezza e senza paura di commettere errori perciò tra risate e commenti vari la nostra bottiglia di Lao Lao un whisky di riso buonissimo e molto simile alla nostra buona grappa si svuota magicamente. L'unica nota stonata di questa giornata è stato vedere un camion, ma ne passano anche quattro al giorno, carico di centinaia di cani chiusi in gabbie piccolissime che si dirigeva in Vietnam dove le povere bestiole verranno uccise e vendute per essere mangiate. Sentirli abbaiare come per chiedere aiuto è stato straziante, la Manu voleva che rincorressi il camion per liberarli mentre le lacrime le scendevano copiose. E' giusto rispettare tutti gli usi e costumi dei paesi che visitiamo ma a volte si fa proprio tanta fatica, cazzo. Belli riposati riprendiamo il giorno dopo la nostra avventura sempre con un po' di apprensione per la gomma ma poi ce ne dimentichiamo e ci godiamo il viaggio. La strada n. 13 ora asfaltata come si deve ci permette di arrivare a Tha Khaek nel primo pomeriggio e dopo una doccia rinfrescante ci godiamo il grande Mekonk guardando questa volta la Thailandia nella sponda di fronte a noi. Delle dolcissime patate americane e una coca seduti in riva al fiume sono il premio di giornate indimenticabili passate in questo meraviglioso paese colmo di sorprese  di stravaganze e di belli incontri. Sempre seguendo la strada 13 raggiungiamo Savannaket, da dove vi scrivo adagiata anch'essa sullo sponde del Mekong dove mentre facevamo un piccolo riassunto delle nostre avventure è arrivato un ciclista cinquantenne che è partito da Barcellona  sette mesi fa e ora  è qui con noi a bere una birra. Domani ci sposteremo più ad est sull'altopiano di Bolaven per visitare dei villaggi tribali impetuose cascate, piantagioni di caffè e per goderci il clima fresco. Siamo riusciti a trovare una camera d'aria di misure differenti dalla nostra ma che speriamo in caso di necessità di poter usare ugualmente, comunque psicologicamente siamo più tranquilli.

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