venerdì 16 novembre 2012














Ho finito il post precedente con le parole liberi e felici ed è con questa sensazione che percorriamo i 20 km dal confine per raggiungere la capitale Vientiane. Una bella, ordinata e pulita città che segue il corso del Mekong come per farsi accarezzare, le sue strade ampie e alberate ricordano Parigi e d'altronde la colonizzazione francese ha lasciato un bel segno. Pensate che c'è perfino un simil arco di trionfo e chioschi che vendono baghette in ogni angolo della città. Durante la nostra permanenza che è durata tre giorni si svolgeva un summit asiatico europeo con la presenza anche del vostro amato presidente Monti perciò la capitale pullulava di poliziotti armati fino ai denti e alle 23 entrava in vigore il coprifuoco. Perciò tutto chiuso e a nanna. Abbiamo noleggiato due bici per 1 euro al giorno e così ci siamo goduti tutte le bellezze storiche e religiose di questa affascinante città. Dopo la rilassata visita a Vientiane comincia alle 6 del mattino il viaggio verso nord in direzione Vang Vien. La strada n.13 che percorre il Laos come una spina dorsale mi fa capire subito che i 170 km che ci separano dalla nostra meta non saranno di sicuro una passeggiata. La strada asfaltata ma piena di insidie e sopratutto di enormi buche a volte non mi permettono di godere in pieno il viaggio ma guido sempre attento e con molta felicità dentro. Arrivati a Vang Vieng incontriamo un francese che con una Yamaha 1200 dopo aver girato tutta l'Africa ora è arrivato in Laos. Due anni di viaggio da solo ma mi trasmetteva una carica e una energia grandissima, pensate che lui faceva i complimenti a noi ,strano vero? Consigliati da una coppia con bambina di sei anni al seguito, alloggiamo in un bungalow in riva al fiume in un contesto paradisiaco e spendendo 3 euro al giorno!!!!!!!!!! Questa cittadina famosa nel mondo dei giovani viaggiatori per le discese del fiume seduti su una camera d'aria di camion (tubbing) assumendo tutti i tipi di droghe e alcol dopo i 25 morti del precedente anno ha subito un giro di vite dal governo Laotiano perciò ora tutto si svolge in perfetta tranquillità e senza pericoli. Noi una volta trasportati a monte da un tuc tuc siamo tranquillamente scesi al punto di partenza in circa due ore ammirando le spettacolari montagne intorno a noi. Con un giro in moto tutto su sterrato di circa 65 km abbiamo raggiunto villaggi di montagna dove la vita scorre lentamente e la gente vive ancora di pastorizia e della coltivazione del riso. La strada che collega Vang Vien e Luang Prabang sale tortuosa lungo il fianco di monti spettacolari per poi scendere fino al Mekong. Percorriamo i 250 km sempre sulla strada n. 13 in dieci ore attraversando vallate costellate di risaie e piccoli villaggi tradizionali dove vediamo molti bambini dai tre anni in sù trasportare pesi enormi e lavorare a piedi nudi sotto il sole cocente. In una delle innumerevoli soste per foto e caffè la Manu viene rapita dallo sguardo di uno di questi bambini lavoratori al quale  regala delle caramelle e tanti sorrisi ma per un'ora  la sento singhiozzare dietro di me. Durante la sosta per il pranzo mi distraggo un attimo e vedo la Manu che dopo aver comperato tutti i giocattoli e dolcetti di un piccolo negozio( la proprietaria saltava dalla gioia) era circondata da bambini festanti e felici per il piccolo pensiero riservato a loro.  La strada quasi sempre asfaltata presenta insidie di tutti i generi ma la peggiore è quelle delle buche che si presentano profonde e in punti dove non te lo aspetteresti mai, quindi bisogna stare sempre con un occhio alla strada e uno al paesaggio.  Lo spettacolo che ammiriamo durante il viaggio è davvero grande perciò le ore volano. Luang Prabang ci accoglie nel tardo pomeriggio e dopo una meritata doccia raggiungiamo il centro che troviamo super affollato di TURISTI!!!!!!! anche quelli con il numerino attaccato alla maglietta!!!! La cosa mi disturba un po ma ritroviamo la famiglia conosciuta giorni prima, lui uruguagio lei una bella argentina e la bambina di 6 anni simpatica e avventurosa come mai avevamo visto prima. La città di giorno è vivibile e molto carina con le sue villette coloniali tenute benissimo le strade alberate e suggestivi templi un po ovunque. Visitiamo anche la riva opposta del Mekong dove mangiamo pesce alla griglia e beviamo ottima birra osservando la gente lungo la riva. Tutto super rilassante e sempre coinvolgente. Il vero motivo per cui vale la pena di visitare il Laos settentrionale è il fascino della vita rurale:case in paglia ,bambù e legno che conferiscono a ogni villaggio un'atmosfera senza tempo. Il dilemma è ora dove andiamo? Dopo ore di consultazioni sulla guida e sulla cartina (no gps) decidiamo di puntare a nord verso Nong Khiav da dove sto scrivendo. Deviando dalla strada n.13 imbocchiamo la 1/C ed è tutto uno spettacolo di piccoli villaggi e di panorami mozzafiato, la strada è stretta e piena di buche ma se vuoi un po' di avventura non hai scampo! Nong Khiav è come piace a noi, siamo pochi viaggiatori e il sito è proprio incantevole. Oggi abbiamo fatto una strada sterrata che inizia subito dopo il ponte seguendo il fiume ed addentrandoci tra delle montagne, 140 foto in poche ore. Qui è tutto vero e reale, come purtroppo il grande rischio delle bombe americane inesplose  che purtroppo ancora oggi mietono vittime e mutilano molti bambini. Ottima scelta fermarci qui, anche se abbiamo faticato a prendere sonno parlando di bombe e ingiustizie. Domani faremo una discesa con il kayak di 4 ore tra gole e scenari da favola. Che bello e avventuroso il Laos!!!!!!!!! Qui la connessione va a tratti e per scrivere queste righe ho impiegato delle ore perciò le foto potrete vederle in seguito ( scusatemi) intanto saluto tutti voi e vi ricordo sempre che: E' DURA LA VITA DEL VIAGGIATORE !!!!!!!

Nessun commento:

Posta un commento