lunedì 3 marzo 2014

SI VA A KALIBO PER LA MADRE DI TUTTE LE FESTE ATI-ATIHAN


I primi quindici giorni del 2014 volano veloci come il vento e il 14 gennaio caricata la moto, dopo 40 giorni si riparte. Partiamo quando il sole fa capolino all'orizzonte, siamo felici di cavalcare il nostro boxer stracarico, vedere l'asfalto scorrere "veloce" sotto di noi ma con il passare delle ore il traffico aumenta come la stanchezza e perciò siamo costretti a soste frequenti a volte obbligate come quando causa lavori su un ponte carichiamo la moto su una zattera per trasbordarla dall'altra parte del fiume  pregando che il fondo della zattera non cedesse  sotto il peso di Horus con tutti i bagagli caricati.
REGGERA'
Tutto bene ma dopo 10 ore di viaggio nelle vicinanze di Manila (80km prima) veniamo letteralmente inghiottiti dal traffico e dallo smog che consuma  in poco tempo le nostre ultime energie. Ci fermiamo  nella estrema periferia di  Manila dopo 14 ore di viaggio, stremati  dopo una fugace cena crolliamo sul letto del nostro hotel a ore . Il giorno dopo sveglia alle 5 scappiamo prima che il maledetto traffico ci prenda tra le sue sgrinfie avendo il traghetto a Batangas alle 21.30 che dista una settantina di km  decidiamo di passare la giornata in avvicinamento al porto tra le bellissime colline che circondano il lago di Taal. Il suddetto lago si trova all'interno di un gigantesco cratere vulcanico di 75 km di diametro con al proprio interno  la Vulcano island sorta da un'eruzione nel 1911 che provoco' centinaia di vittime. Dalla cittadina  di Tagaytay situata sulle pendici del grande cratere si possono osservare 47 coni vulcanici e tuttora oggi il Taal vulcano è considerata uno dei siti piu' pericolosi al mondo. Tutta la zona è frequentata dalla gente di Manila visto il clima fresco e l'aria pulita, nei week and una folla esagerata prende d'assalto l'aerea ma durante la settimana la zona è tranquilla e sonnolenta
,Belli rilassati arriviamo all'imbarco del ferry con molto anticipo ma alle Filippine non ci si annoia mai e non ci si può sentire soli visto la grande cordialità di tutti i suoi abitanti. Il biglietto per arrivare a Kalibo che dista 8/9 ore di navigazione è abbastanza caro , dobbiamo sborsare in tutto ben 80 euro ma in compenso c'è la discoteca all'aperto e ci vengono assegnate due comode brande dove riposiamo poche ore visto il continuo frastuono proveniente dalla disco e il pianto dei bambini che sono sempre la stragrande maggioranza dei passeggeri. Arriviamo a Kalibo alle prime luci del giorno riusciamo a contattare il nostro grande amico spagnolo Carlos  che ci ha trovato una accomodation gratis tramite un contatto su il sito di couch surfing. La città è già in grande fermento per ospitare la madre di tutte le feste filippine cioè l'ATI -ATIHAN, una competizione di gruppi  mascherati tribali provenienti da tutto il paese. Alle 14 incontriamo Carlos che avevamo salutato in Indonesia 5 mesi prima, grande emozione e soddisfazione da parte di tutti con occhi lucidi  e abbracci calorosi. Troviamo sistemazione presso una scuola privata insieme a tre di francesi un israeliano due inglesi e noi tre, dormiamo tutti per terra su materassi improvvisati tranne noi che avevamo un super materasso gonfiabile.
TANK YOU ALESSANDRO
L'ALLEGRA COMPAGNIA
CHE BEL GIACIGLIO
Dopo poche ore facciamo conoscenza con Alessandro  C. dela Cruz  un avvocato giovane che gestisce con la madre la scuola privata e che si rivelerà nei giorni seguenti una persona gentile e generosa come pochi e nel proseguo del racconto ne capirete  il perchè. Ci viene servita la colazione e tutte le sere cena musica e birre, tante birre tutto gratis l'importante è divertirsi e far divertire, la frase che pronunciamo più spesso durante la giornata è: ONLY IN THE PHILIPPINES per le esperienze che viviamo e per il comportamento dei filippini che non si può spiegare ma solo vivere con loro al 100%. Il giorno dopo alle 4 del mattino i suoni dei tamburi ci fanno sobbalzare da terra, proprio nella strada adiacente alle nostre finestre si prepara la grande sfilata di maschere perciò tutti in piedi (eravamo andati a letto alle 2) a bere caffè e a prepararci ai tre giorni di festa che da li a poco ci avrebbero sconvolti e stregati come mai avremo potuto immaginare. Alle otto siamo già in strada e il ritmo delle bande di tamburi e percussionisti che suonano tutti lo stesso motivo cercando di superarsi sulla potenza del suono e sulla stravaganza di interpretare la danza anche quella uguale per tutti coinvolgono noi e le migliaia di persone che cantano e ballano tutti insieme. Le bande dei gruppi mascherati suonano per 10/12 ore ininterrottamente girando per le vie della città e facendo  tutti insieme il giro della grande piazza, il loro e il nostro carburante è il rum Tanduay e il brandy Imperador, ne beviamo a fiumi veniamo fermati in continuazione e rimpinzati di cibo e alcol che ci viene offerto nei recipienti più strani ed impensabili, ovviamente non potendo rifiutare ci troviamo ubriachi in allegria dalla mattina alla sera senza avere il minimo mal di testa o problemi di stomaco.













La prima giornata è riservata alle bande, la seconda alla sfilata vera e propria con la competizione per il gruppo più bello e numeroso, la terza e riservata alla sfilata dei carri con il S. nigno che tutte le famiglie più importanti della città preparano con cura e vestono con abiti decorati e multicolori, noi sfiliamo, sempre al ritmo incessante dei tamburi con le bandiere della famiglia della Cruz nel cui vessillo c è una croce  rossa su sfondo bianco praticamente come lo scudo dei crociati che andavano in terra santa.
I MODERNI CROCIATI DELLA FAM. DELLA CRUZ




LA FESTA PER TUTTI E PER TUTTE
Alla fine dei tre giorni e tre notti di festa veniamo invitati tutti a pranzo e cena a casa di Alessandro dove troviamo un ricchissimo buffet di cibo Filippino preparato magistralmente dalla madre e da tutte le donne di casa, con estrema sorpresa Alessandro ci dice di aver letto il nostro blog e di essersi innamorato del nostro modo di viaggiare e di vivere insieme ai filippini. Essendo lui proprietario di vari terreni sull'isola di Panay e di Carabao ci prepara un programma per visitare queste posti sempre ospiti di persone di sua fiducia e sopratutto  senza pagare un pesos. Noi e Carlos rimaniamo stupefatti di tanta attenzione e cortesia da parte di Alessandro che continua a ripeterci che le Filippine hanno bisogno di gente come noi per spiegare  a tutti quanto sia bello il suo paese e in special modo Panay e Carabao. Ci fornisce info dettagliate numeri di telefono prezzi delle barche e quant'altro, ci consegna i suoi biglietti da visita dicendoci che se dovessimo avere dei problemi basta che diciamo che lui è il nostro avvocato e tutto si sarebbe risolto in un attimo. Salutiamo la compagnia e ci dirigiamo verso la spiaggia di Pandan che dista una 50ina di km da Kalibo ma la prossima avventura la potrete seguire leggendo il prossimo post.

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